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02 Giugno 2023
Quali sono le 8 migliori opere d’arte dei Musei Vaticani?
Con oltre 7 km di gallerie piene di opere d’arte, i Musei Vaticani sono tra i musei più grandi del mondo. Scopri cosa devi assolutamente vedere!
Ci sono moltissime opere da vedere ai Musei Vaticani, se le avessi elencate tutte all’interno di questo articolo, sarebbe diventato un libro e non più un post di un blog. Inoltre, in questo modo, ogni volta che avrai l’occasione di visitare i Musei Vaticani avrai l’occasione di vedere qualcosa di nuovo!
Che sia la prima volta che entri, o che tu abbia poco tempo e voglia vedere le opere più famose, ci sono almeno 8 cose da vedere all’interno dei Musei Vaticani, sicuramente da non perdere.
Alcune delle opere elencate sono all’interno del percorso obbligato, ma per vedere alcune di queste, dovrai necessariamente fare delle scelte ed escluderne altre. Ad esempio, sarà impossibile non vedere la Cappella Sistina, dato che con essa termina il percorso obbligato stabilito dalla direzione dei Musei Vaticani.
Ma cominciamo con la lista delle 8 cose da vedere all’interno dei Musei Vaticani.
C’è una scala a chiocciola all’interno dei Musei, creata dal Bramante. Questa scala non è normalmente visitabile con il biglietto classico dei Musei Vaticani. Proprio per questo motivo, nel 1932 l’architetto Giuseppe Momo ne ha creata un’altra molto simile a quella del Bramante.
Proprio come quella del Bramante, questa scala ha una struttura a doppia elica, proprio come quella del DNA. La scala è strutturata da due scalinate che si intrecciano, permettendo alle persone di seguire due sensi di marcia: uno per salire e uno per scendere. Grazie a questo sistema, è impossibile che le persone si “incrocino” su questi scalini.
La Pinacoteca Vaticana è la galleria di dipinti dei Musei Vaticani. È (purtroppo) visitata solitamente da poche persone, che molto spesso passano da lì frettolosamente. All’interno della Pinacoteca Vaticana, ci sono moltissime opere che vale assolutamente la pena vedere.
Una volta che salirai la grossa scala mobile all’entrata dei Musei, la Pinacoteca sarà sulla tua destra. Al suo interno troverai moltissime opere di pregio, tra cui la Deposizione di Caravaggio, e l’ultimo lavoro di Raffaello: La Trasfigurazione.
Il Cortile della Pigna, è chiamato così a causa della pigna alta circa 4 metri che si trova a un lato del cortile. La pigna in questione è fatta di bronzo e risale al I secolo A.C. Fu ritrovata nell’area del Campo Marzio, che si trova vicino al Pantheon.
I due pavoni sui lati della pigna sono due copie delle antiche sculture che fiancheggiavano il Mausoleo di Adriano, quello che oggi chiamiamo Castel Sant’Angelo. Le sculture originali possono essere ammirate nel “Braccio Nuovo” dei Musei Vaticani.
Il Cortile della Pigna fa parte di uno spazio che una volta era più grande, ed fu disegnato dal Bramante (che tra l’altro è la stessa persona che disegnò per primo la Cupola di San Pietro prima che Michelangelo Buonarroti la completasse).
Il Museo del Pio Clementino ospita alcuni tra i migliori esempi di antiche sculture Greche e Romane, trovate in tutto il mondo. Il museo ha questo nome in onore dei due Papi che assistettero alla sua fondazione alla fine del 1700: Clemente XIV e Pio VI.
Questo museo comprende molte stanze, ognuna affascinante e piena di cose da vedere. Non appena entrerete l’ingresso del Pio Clementino, vi troverete in un cortile, chiamato il Cortile Ottagonale, a causa della sua forma.
Sarebbe facile superare questo cortile, ma come vedrai ci sono molteplici statue che valgono la pena di essere viste, tra queste almeno due in particolare.
Il gruppo di sculture Laocoonte fu ritrovato sul Colle Esquilino nel 1506. La scultura, risalente circa al 30 A.C., dipinge il sacerdote Laocoonte e i suoi due figli uccisi durante una battaglia da due serpenti d’acqua.
Plinio il Vecchio descrisse una statua come questa in uno dei suoi libri. Plinio descrive il gruppo di statue come un capolavoro di 3 scultori di Rodi. La statua descritta da Plinio risiedeva all’interno del palazzo dell’Imperatore Tito (questo imperatore fu un esponente della famiglia Flavia, la stessa che iniziò ed ultimò la costruzione del Colosseo).
Quest’opera dipinge perfettamente un momento raccontato da Virgilio nella sua Eneide, la quale parla della guerra di Troia.
Come tutti sappiamo i Greci inviarono un cavallo di legno come dono per i Troiani, ma questo cavallo conteneva centinaia di soldati pronti a distruggere Troia.
Laocoonte era un sacerdote Troiano che avvisò il suo popolo del pericolo imminente, ma gli abitanti di Troia non gli diedero ascolto. Secondo la leggenda, gli dei Atena e Poseidone, che parteggiavano per i Greci, inviarono due serpenti d’acqua per assassinare il sacerdote, lasciando campo libero ai Greci.
Enea ascoltò il consiglio di Laocoonte e lasciò Troia per approdare sulle sponde del litorale Laziale. A Laocoonte si attribuisce un piccolo merito per la fondazione di Roma: infatti se il sacerdote non avesse avvisato Enea del pericolo, quest’ultimo non sarebbe mai approdato sulla costa dove avrebbe dato vita alla dinastia dalla quale poi nacquero Romolo e Remo, i due fondatori di Roma.
L’Apollo del Belvedere è una scultura di marmo greca del I secolo a.C. (probabilmente è una copia Romana di una statua di bronzo ancora più antica, realizzata dallo scultore greco Leocare). È considerata una delle migliori sculture antiche mai realizzate.
La statua fu rinvenuta nel 15° secolo e fu affidata al Cardinale Giuliano della Rovere. Una volta che fu eletto Papa Giulio II spostò la statua al Vaticano, più precisamente nel cortile del Belvedere (da qui viene il nome della statua). Questo fu il primo pezzo entrato a far parte della colleziona Vaticana, ancor prima della nascita dei Musei Vaticani.
La scultura ritrae il dio Apollo (questo dio esisteva sia nella mitologia Greca che Romana) come un arciere che tira una freccia. La sua faccia serena e il suo corpo rilassato, lo dipingono come un dio a suo agio, per nulla affaticato dallo sforzo del tiro della freccia. La scultura mostra la bellezza ideale di un corpo maschile, senza alcun difetto.
È impossibile non visitare la Galleria degli Arazzi, dato che è fa parte del percorso obbligatorio per il raggiungimento della Cappella Sistina.
Potrebbe però essere facile passare di fronte a queste opere senza sapere cosa rappresentino realmente e cosa guardare esattamente. La maggior parte dei tour includono una parte della Galleria degli Arazzi, ma se siete in visita autonoma, ecco alcune cose da non perdere.
Per prima cosa, guarda in alto! Il soffitto sembra sembra un disegno tridimensionale in gesso; in realtà è un dipinto!
Gli arazzi sulla sinistra furono realizzati nel 17° secolo per il Papa Urbano VIII e rappresentano scene della sua vita. Questi arazzi sono meravigliosi, ma i capolavori sono appesi lungo la parete di destra.
Qui troverai dei “tappeti” cuciti a mano a Bruxelles dagli studenti di Pieter van Aelst, nel 1500 circa. Gli arazzi sono realizzati seguendo scrupolosamente dei disegni degli studenti di Raffaello, durante il pontificato di Clemente VII. Questi arazzi rappresentano la vita di Gesù.
Per ogni arazzo realizzato, ci sono anni di lavoro alle spalle. Furono cuciti minuziosamente da i migliori sarti dei tempi, sono fatti di lana, seta, ma anche fili d’argento e oro.
Una nota di merito va a La Resurrezione di Cristo. Provate a camminare lungo il corridoio e fissare gli occhi di Gesù Cristo: noterete che vi seguirà con lo sguardo, proprio come i cartelloni pubblicitari odierni!
Subito dopo la Galleria degli Arazzi, dovrai passare inevitabilmente per la Galleria delle Carte Geografiche. Anche questa Galleria fa parte del percorso obbligato dei Musei Vaticani.
Anche in questo caso, non potrai non notare il soffitto. Questa è una delle parti più fotografate all’interno dei Musei. La Galleria delle Carte Geografiche contiene la più grande collezione di dipinti geografici mai creata. Queste mappa rappresentano l’Italia e le sue provincie. Fu commissionata da Papa Gregorio XIII nel 16° secolo.
Guarda le mappe e pensa: queste mappe sono state realizzate senza l’ausilio di alcun satellite, e sono accuratissime per essere state realizzate nel 1500! Le mappe sono dettagliatissime e mostrano addirittura l’altitudine delle montagne e le barche nei fiumi. Nelle mappe possiamo notare anche delle rappresentazioni di creature mitologiche marine e addirittura del dio Nettuno, il dio Romano dei mari.
Una volta, i Papi vivevano all’interno di quelli che oggi sono i Musei Vaticani. Ma non vi aspettate di trovare il Papa corrente al suo interno!
Gli appartamenti più spettacolari sono sicuramenti gli Appartamenti Borgia e le Stanze di Raffaello. È molto facile saltare questa parte, dato che non fa parte del percorso obbligatorio verso la Cappella Sistina.
Gli Appartamenti Borgia, affrescati da Pinturicchio, un pittore contemporaneo di Raffaello, si trovano subito dopo le Stanze di Raffaello.
Nonostante sono molte le cose da vedere all’interno dei Musei Vaticani, questo articolo è focalizzato sulle cose che devi assolutamente vedere all’interno di questi.
Parliamo quindi de La Scuola di Atene di Raffaello. Questo è probabilmente il dipinto più famoso di Michelangelo all’interno dei Musei Vaticani subito dopo quelli della Cappella Sistina.
I Papi del Rinascimento Giulio II e Leone X fecero decorare le loro sontuose case dai migliori artisti del tempo. E questo significava assumere Raffaello.
Nel 1508 papa Giulio II incaricò Raffaello di dipingere una stanza chiamata Stanza della Segnatura. Questo è stato subito dopo aver incaricato Michelangelo di dipingere il soffitto della Cappella Sistina! Riesci a immaginare di vivere nel tempo e di poter assumere questi fantastici pittori? In pratica in quel momento Raffaello e Michelangelo lavoravano fianco a fianco.
Nella Stanza della Segnatura si trovano infatti quattro dipinti di Raffaello, uno per parete. Rappresentano i temi: Teologia, Poesia, Filosofia e Giustizia. Quindi goditi tutti i dipinti di Raffaello in queste stanze ma in particolare, fermati e osserva La Scuola di Atene (filosofia). Il dipinto è una raccolta di fantasia dei più grandi filosofi, matematici e pensatori dell’antichità classica. Sono tutti insieme in questo dipinto anche se appartenenti a luoghi e momenti differenti.
Ma quello che ha fatto Raffaello è stato ancora più divertente. Ci ha messo le facce dei suoi compagni: Platone, al centro a parlare con Aristotele, ha la faccia di Leonardo Da Vinci.
Un altro maestro rinascimentale, Donato Bramante (che progettò il Cortile del Belvedere di cui abbiamo parlato sopra, e fu il primo a disegnare la cupola per la Basilica di San Pietro), compare sul corpo di Euclide (è quello che disegna su una lavagna).
Raffaello stesso è anche lì dentro, in basso a destra, a guardarci. E, mentre Raffaello dipingeva questo straordinario capolavoro, Michelangelo fece un salto nella Cappella Sistina e vide cosa stava facendo… quindi Raffaello mise Michelangelo davanti e al centro della Scuola di Atene, nelle sembianze del filosofo greco Eraclito (è l’unico appoggiando la testa sul braccio, e con gli stivali ai piedi, seduto sui gradini.)
E, naturalmente, nessuna visita ai Musei Vaticani sarebbe completa senza la Cappella Sistina. In effetti, di solito è l’unico motivo per cui le persone vengono ai Musei Vaticani. E dato che si trova alla fine dei musei, non avrai modo di perderla.
Penso che la parte più famosa della Cappella Sistina sia la serie di dipinti di Michelangelo sul soffitto. Queste sono 9 scene del libro della Genesi. E il dipinto più famoso di questa serie, forse uno dei dipinti più iconici al mondo, è la Creazione di Adamo. Ma prenditi del tempo per guardare anche il resto dei pannelli sul soffitto.
Ogni volta che visito la Cappella Sistina, noto che tutti guardano in alto. Sì, l’attrazione principale è il soffitto di Michelangelo, in particolare la Creazione di Adamo. E con buona ragione. È spettacolare. Una delle opere d’arte più famose al mondo. Quindi guarda bene e divertiti. Ma prenditi anche del tempo per goderti anche altre cose qui, in particolare l’altro grande capolavoro di Michelangelo in questa stanza: Il Giudizio Universale.
Questo dipinto è stato eseguito più tardi, tra il 1535 e il 1541. E a questo punto Michelangelo era sulla sessantina. Aveva pensato di aver finito con la pittura… aveva pensato a se stesso principalmente come uno scultore. Ma il nuovo Papa Paolo III (Farnese), convinse Michelangelo di avere di più in sé, come pittore ma anche come architetto.
Così fece finire la Basilica di San Pietro a Michelangelo. E il Papa fece dipingere a Michelangelo Il Giudizio Universale.
Il dipinto mostra la seconda venuta di Cristo nel Giorno del Giudizio (Apocalisse di Giovanni). Notate la posizione di Gesù al centro, non è né in piedi né seduto, ma quasi in movimento.
In basso a sinistra ci sono le anime selezionate per il passaggio in paradiso e in basso a destra le anime dannate trasportate all’inferno da Caronte sul fiume Stige.
Michelangelo dipinse Il Giudizio Universale dopo il Sacco di Roma nel 1527. Inoltre, era diventato molto più devoto man mano che cresceva e aveva molti conflitti interiori sui suoi giorni più giovani e pagani.
Quindi il dipinto ha una sensazione notevolmente più oscura rispetto ai pannelli del soffitto. E, se guardi da vicino la pelle scorticata di San Bartolomeo, appena sotto Gesù e alla nostra destra, puoi vedere che è il volto di Michelangelo. Era il suo modo di espiare.
Questo dipinto è per me uno dei Musei Vaticani da non perdere, poiché mostra una transizione per Michelangelo e così tanto dramma e cruda emozione umana rispetto a molti dei suoi dipinti precedenti.
Queste erano le opere più famose e sicuramente degne di nota all’interno dei Musei Vaticani.
Quali sono le tue opere preferite? Faccelo sapere nei commenti!
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